Un nuovo progetto per le famiglie con l’associazione ATCA di Asti

L’ATCA, Associazione per la tutela e la cura degli adolescenti, promuove un nuovo progetto dal titolo “A piccoli passi: sviluppare competenze emotive attraverso pratiche esperienziali”.

Si tratta di un laboratorio rivolto ai bambini da 3 a 5 anni di età e alle loro mamme che si terrà a partire da sabato 8 febbraio, al “Il Posto Buono” di Via San Marco 18, ad Asti,

Mentre i bambini, accompagnati da un’arteterapeuta, svilupperanno le loro competenza espressive e la loro autonomia usando materiali e colori, le mamme, in un spazio a loro dedicato e coadiuvate da una psicoterapeuta e da un’assistente sociale, potranno riflettere sul rapporto mamma-bambino attraverso la condivisione di esperienze della vita quotidiana.

L’ultimo incontro prevede un’esperienza congiunta mamma-bambino a contatto con i colori.

Gli incontri si svolgeranno dalle 10 alle 11,30 dell’8 e 22 febbraio, 7, 14, 21 marzo e 4 aprile.

Per informazioni su costi e iscrizioni inviare una e-mail a info@atca.it oppure telefonare al numero 3275316002.

Presente sul territorio astigiano dal 2013, l’associazione di promozione sociale ATCA, formata da professionisti del settore psico-socio-educativo, propone interventi differenziati, a seconda delle necessità, ai minori e alle loro famiglie, con particolare attenzione alla fascia preadolescenziale e adolescenziale.

Chi è Marabù?

L’associazione di promozione sociale Marabù ETS APS è nata ad Asti nel settembre del 2018. Attraverso il suo primo progetto Il Posto Buono San Marco sperimenta il primo spazio socio culturale di Asti. Nel concreto mette a disposizione un ex locale commerciale per la costruzione “dal basso” (con associazioni, gruppi di cittadini o singole persone) di azioni che rispondano in modo pratico e mirato a questi tre aspetti della società contemporanea: disgregazione sociale (povertà di relazione e di prossimità, impoverimento sociale, economico e culturale dei territori urbani, assenza di luoghi di aggregazione intergenerazionale); rarefazione del welfare e conseguente smarrimento del cittadino; effettiva condizione di svantaggio sociale di soggetti che, pur non rientrando nelle cosiddette “categorie protette”, subiscono processi di marginalizzazione che conducono all’esclusione dal mondo del lavoro con concreto rischio di devianza o patologia. Ha all’attivo uno sportello gratuito di tipo psico-sociale condotto da una psicologa e un’assistente sociale counselor rogersiana ed esperta di welfare community.”.

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